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Franz Marc, il pittore che amava i gatti
Articolo a cura di Rosa Maria Garofalo
La nostra rubrica: Il gatto e il cane nella storia dell’arte, in letteratura, nel cinema e nella televisione. Oggi si parla di:
FRANZ MARC, IL PITTORE CHE AMAVA I GATTI
Franz Marc è stato uno dei massimi rappresentanti dell’Espressionismo tedesco, i suoi soggetti preferiti erano gli animali.
Tra i suoi quadri più famosi va ricordata la serie sui gatti.

Breve biografia dell’artista

Franz Marc nacque a Monaco di Baviera nel 1880, ricevette una rigida cultura calvinista dai suoi genitori, tanto che pensò all’inizio di diventare un pastore della propria chiesa, studiando filosofia e teologia.

Poi per fortuna cambiò idea e nel 1900 s’iscrisse all’Accademia di Belle Arti di Monaco.
Com’era consuetudine fra gli artisti, anche Franz Marc fece due viaggi “artistici” a Parigi, in quegli anni una vera fucina di talenti.
Il viaggio del 1903 aggiunse alla sua formazione la conoscenza del post-impressionismo e dei Nabis (un gruppo di artisti parigini dell’avanguardia post-impressionista, attivi negli anni ’90 del 1800).
Nel 1905 egli iniziò a mettere al centro dei suoi quadri il tema degli animali e vide in esso la forza vitale totalmente partecipe del flusso naturale della vita.
Un secondo viaggio a Parigi nel 1907 gli fece conoscere e apprezzare la pittura di Van Gogh e al ritorno in Germania nel 1910 conobbe August Macke, un pittore tedesco che gli svelò la forza espressiva del colore.
Importante per Franz Marc fu l’amicizia con Kandinskij, infatti, nel 1911, insieme fondarono il noto movimento artistico Der Blaue Reiter (Il Cavaliere Azzurro).
Espose le sue opere con il suo gruppo fino al 1913 ed ebbe modo anche di accostarsi al Futurismo.
Con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, si arruolò volontario e sul fronte realizzò un suo quaderno di schizzi e aforismi.
Nel 1916 fu esentato dal servizio militare per motivi artistici ma il destino era in agguato: l’ultimo giorno da militare, mentre era a cavallo, fu colpito da una granata e morì a causa delle ferite.
Fu sepolto dapprima nei pressi di Verdun, Francia; a guerra ultimata la giovane moglie richiese le spoglie dell’artista e lo seppellì nella città di Kochel am See, un comune tedesco situato nel land della Baviera.

I gatti di Franz Marc

Marc dipingeva animali che avevano per lui valore simbolico, espressione divina come il colore.
I suoi soggetti erano cavalli, cani, caprioli, mucche, volpi, tigri, gatti; ci ha lasciato delle bellissime opere che rivelano il suo amore per gli animali in generale e soprattutto per i gatti.
Nell’animale Franz Marc vedeva la forza primordiale della natura e nelle sue tele voleva rappresentare l’ambiente circostante visto dagli animali.
Nella serie dei gatti, egli dipinge con il suo cromatismo particolare gatti bianchi, blu, gialli, rossi.
Franz Marc aveva una sua teoria del colore: blu è il simbolo spirituale, principio maschile; il giallo è il principio femminile allegro, gentile e sensuale.
Il colore rosso, definito dall’artista brutale e pesante, deve essere combattuto e superato dal blu e dal giallo.
Il bianco invece è simbolo di purezza.
I gatti di Marc sono morbidi, sensuali, colore puro che trasmette emozioni vibranti agli osservatori.
I quadri di Marc sono esposti nei principali Musei d’Europa e del mondo, e in gallerie e collezioni private.

Considerazioni

Fin dalla notte dei tempi, gli animali hanno affascinato l’uomo, sia per la loro bellezza, sia per la loro forza e potenza.
Gli uomini delle caverne ci hanno lasciato dei bellissimi disegni di animali incisi nelle grotte di tutto il mondo e quindi non è insolito che diversi artisti, nel corso dei secoli, abbiamo dedicato delle opere figurative agli animali.
Gli animali rappresentano davvero la forza vitale della natura e proteggere le specie animali in via d’estinzione, oggi dovrebbe essere imperativo per tutti governi del mondo.
Ritornando ai gatti, essi hanno sempre esercitato un notevole interesse e fascino da parte degli esseri umani.
In Storia dell’arte, iniziando con gli antichi Egizi che li veneravano come divinità, passando per romani e greci che li rappresentavano in modo naturalistico nei loro splendidi mosaici.
Nel medioevo troviamo i gatti nei famosi Bestiari medievali, libri miniati a mano, invece nel
Rinascimento (XV secolo) il gatto non è mai il protagonista di un dipinto, ma se ne possono trovare tanti, anche nelle scene sacre.
In età barocca il gatto ha più spazio nell’arte, ma a volte è un po’ maltrattato, altre volte è rappresentato come un combina guai.
Si deve aspettare l’Ottocento per trovare finalmente il gatto protagonista e soggetto dei quadri.
Infatti, dal 1800 in poi, grandissimi artisti moderni e contemporanei hanno immortalato il gatto come soggetto e protagonista dell’arte figurativa.