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Il visionario mondo di Louis Wain
Articolo a cura di Rosa Maria Garofalo
Il visionario mondo di Louis Wain è un film del 2021 che narra le vicende di vita dell’eccentrico artista inglese Louis Wain.
Il pittore e illustratore inglese amava i gatti e li ha ritratti in molti suoi quadri e illustrazioni, li ha umanizzati nei suoi disegni, contribuendo a fare accettare i gatti come animali domestici dalla rigida società vittoriana del suo tempo che prediligeva i cani ma non i felini.
La trama del film è molto fedele alla vera storia di Louis Wain.

Trama del film

Louis Wain nacque a Londra nel 1860 e il film inizia dall’anno 1883, diciotto mesi dopo la morte del padre dell’artista.
Louis si ritrovò così a 23 anni a essere l’unico maschio della famiglia e a dover mantenere la madre e le sue cinque sorelle.
Il suo talento artistico lo portò a lavorare part time come illustratore per un giornale appartenente all’editore William Ingram.
Nonostante gli fosse offerta l’opportunità di lavorare a tempo pieno, l’artista rifiutò per cimentarsi in due attività professionali che saranno un vero fallimento.
Sarà una costante della vita di Louis Wain cimentarsi in attività, al di fuori dell’arte, che non raggiungeranno il successo e lo renderanno povero dal punto di vista economico.
Per curare le sorelle minori, la sua famiglia assunse una governante di nome Emily Richardson che poi diverrà l’unico amore e moglie dell’artista.
Quando i due si sposarono nel 1884, fu uno scandalo poiché Emily era più vecchia di 10 anni e questo non era visto di buon occhio nella società inglese.
I due sposi andarono a vivere in un quartiere di Londra, Hampstead, dove Louis Wain continuò a lavorare per mantenere anche le sorelle e la madre.
Purtroppo, neanche sei mesi dopo il matrimonio, Emily si ammalò di cancro al seno e nello stesso giorno in cui alla moglie fu diagnosticato il cancro, essi trovarono un gattino randagio che chiameranno Peter.
All’epoca era insolito allevare un gatto come animale domestico.
Il gattino Peter alleviò le sofferenze di Emily e ispirò nel frattempo il genio artistico di Wain, infatti, egli inizia a dipingere immagini realistiche di gatti che diventarono sempre più insolite, rappresentando tali animali in maniera antropomorfa.
La moglie lo incoraggiò a mostrare i suoi disegni all’editore Ingram dopo essere stato licenziato dallo stesso per motivi finanziari. I disegni furono pubblicati ed ebbero un immediato successo.
Poco dopo Emily morì lasciando nello sconforto e nel dolore più atroce l’artista che s’immerse totalmente nel suo lavoro d’illustratore per alleviare il dolore.
Nel 1891 i disegni di Louis Wain divennero popolari e riuscirono a far cambiare i pregiudizi verso i gatti.
Nonostante la sua fama, dal punto di vista economico l’artista rimase povero perché non mantenne i diritti di autore delle sue opere, altri sfrutteranno purtroppo le sue illustrazioni.
Anche la sua situazione familiare peggiorò con la schizofrenia di una delle sue giovani sorelle.

Il suo prediletto gatto Peter morì e iniziò un progressivo peggioramento della salute mentale dell’artista.
A 47 anni Wain lasciò Londra per New York, la città gli diede fama e successo ma a causa di alcuni investimenti finanziari sbagliati, l’artista ritornò in patria più povero di quando era partito.
Nella sua adorata Inghilterra continuò a dedicarsi ai gatti, ormai protagonisti esclusivi delle sue creazioni. Fu impegnato attivamente anche in diverse associazioni benefiche animaliste e per alcuni anni fu presidente del National Cat Club.
Purtroppo per Louis Wain si susseguirono gravi lutti uno dietro l’altro, morirono l’amata sorella Marie malata di schizofrenia, l’editore Ingram e poi morì anche la sorella maggiore.
Anche l’artista ebbe un grave incidente che lo mandò in coma.
A causa di tutti questi gravi lutti e incidenti Wain ebbe un crollo mentale e nel 1924 le sorelle decidono di farlo ricoverare in manicomio, una struttura dove l’artista visse in condizioni pessime.
Un funzionario della struttura lo riconobbe e, resosi conto della sua situazione, inizia con le sorelle rimaste una campagna per raccogliere fondi affinché fosse spostato in una struttura psichiatrica migliore.
Il film termina con Louis ormai anziano che esce dall’ospedale in cui si trova per andare in campagna dove soleva passeggiare con l’amata moglie, ricongiungendosi spiritualmente con lei.

Curiosita’

Nella realtà Louis Wain viveva in misere condizioni in manicomio tanto da attirare molte polemiche nella società del tempo, e diverse personalità della cultura, tra cui lo scrittore inglese Herbert George Wells, si prodigarono affinché fosse trasferito in uno spazio più confortevole e adatto all’artista malato.
Egli trascorse gli ultimi anni della sua vita al Napsbury Hospital, a nord di Londra, una struttura immersa nel verde che ospitava una colonia felina, dove morì nel 1939 circondato dagli amici di una vita.
Louis Wain nel film è interpretato dal bravissimo attore inglese Benedict Cumberbatch, mentre Emily, la moglie dell’artista, è interpretata dall’attrice britannica di origine irlandese Claire Foy.
Fu negli anni ’70 del secolo scorso che Wain fu riscoperto grazie ad un famoso cantante, Nick Cave che cominciò a collezionare illustrazioni, disegni e cartoline illustrate dell’artista.
Il cantante organizzò la prima mostra dedicata ai gatti di Wain in Australia, contribuendo così a farne conoscere l’arte in tutto il mondo.
Nick Cave è stato invitato a recitare un cameo nel film, e il musicista australiano compare verso la fine nel ruolo di H.G. Wells mentre lancia un accorato appello per dare un sostegno a Louis Wain, ormai vecchio e sofferente.
Lo scrittore inglese Wells amava dire che Louis Wain “Ha fatto proprio il gatto. Ha inventato uno stile felino, una società felina, un intero mondo di gatti. I gatti inglesi che non prendono esempio e non vivono come quelli di Louis Wain si vergognano di sé stessi”.
Il messaggio che ci lascia questo eccentrico artista è l’amore che nutriva per i gatti, un sentimento che l’ha aiutato dapprima a superare la perdita dell’amata consorte e poi di tutti gli altri sfortunati eventi che l’hanno colpito, fino al crollo finale.
Inoltre, con la sua arte incentrata esclusivamente sui gatti, ha contribuito in maniera notevole a fare accettare alla società britannica i gatti come animali da compagnia.

Oggi la Pet Therapy è usata con efficacia nella cura di alcuni disturbi psico-fisici come ci ricorda questa citazione tratta dal sito http://www.humanitas-care.it/…/pet-therapy-un-grande…/

” La Pet-therapy è una terapia che prevede l’impiego delle innate capacità terapeutiche di animali domestici per la cura di disturbi psico-fisici in particolari categorie di persone.
Riconosciuta ufficialmente negli anni Sessanta e impiegata dapprima in America nei manicomi criminali e per la cura dei disturbi infantili, ultimamente è stata oggetto di studi nell’ambito medico-scientifico per valutarne l’effettiva efficacia dopo i riscontri molto positivi” (luglio 2017).
La Pet Therapy, chiamata nel nostro paese Interventi assistiti con gli animali è menzionata nei vari siti delle ATS regionali italiane come ad esempio nel sito dell’ATS di Milano, dove si legge quanto segue: “Gli Interventi assistiti con gli animali” sono attività fondate sul rapporto uomo-animale. L’animale in campo medico e psicologico può rappresentare un “potenziale curativo” al servizio della salute umana. Difatti può svolgere la funzione di ammortizzatore in particolari condizioni di stress e può rappresentare un valido aiuto per pazienti con problemi di comportamento sociale e di comunicazione, specie se bambini o anziani, ma anche per chi soffre di alcune forme di disabilità e di ritardo mentale o di disturbi psichiatrici.
Il contatto con l’animale può infatti aiutare a soddisfare certi bisogni (affetto, sicurezza, relazioni interpersonali) e recuperare abilità che queste persone possono aver perduto”.