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L’isola dei gatti
Articolo a cura di Rosa Maria Garofalo
Nella nostra consueta rubrica quindicinale dedicata ai nostri amici a quattro zampe e della loro influenza nel mondo dell’arte, letteratura e cinema oggi parliamo di una particolare isola che ha letteralmente appassionato i fotografi di tutto il mondo: Aoshima l’isola dei gatti.
La fotografia, come tutti ben sappiamo, è una forma d’arte.

Aoshima l’isola dei gatti

I giapponesi amano molto i gatti, infatti, molti fumetti manga e di conseguenza film d’animazione detti anime, hanno come protagonisti i felini.
I primi gatti arrivarono in Giappone dalla Cina e dalla Corea nel VI secolo a.c. con l’avvento del Buddismo.
I gatti, specialmente quelli di colore bianco, erano presenti nei templi buddisti per due importanti funzioni: erano considerati messaggeri celesti depositari dell’energia che genera la vita; erano i guardiani dei sacri rotoli di seta per tenere lontano da essi i temibili topi.
Per la società e cultura giapponesi, i gatti sono soprattutto creature nobili, ricche di bellezza e spiritualità.
Molte espressioni artistiche dell’antica cultura giapponese hanno i gatti come soggetti, li troviamo dipinti su stoffe di seta e carta di riso, in sculture ma anche in poesie e in poemi.
Non sorprende quindi che in Giappone ci siano più di una dozzina d’isole dei gatti ma Aoshima è la più importante e numerosa colonia di felini.
Questa piccola isola si trova nella prefettura di Ehime nella regione dello Shikoku.
È una delle mete sognate da tutti gli appassionati di gatti e di un certo tipo di turismo fotografico soprannominato street photography, travel photography, e ritrattistica.
“La street photography (“fotografia di strada”) è un genere fotografico che vuole riprendere i soggetti in situazioni reali e spontanee in luoghi pubblici al fine di evidenziare aspetti della società nella vita di tutti i giorni.
Tuttavia, la street photography non necessita la presenza di una strada o dell’ambiente urbano”. (Cit. da Wikipedia)
Nel secondo dopoguerra, fu insediata una colonia di gatti nell’isola, soprattutto per un problema: la popolazione locale viveva di pesca e i pescherecci erano assediati dai topi, minando l’economia locale.
Nel 1945 gli abitanti di Aoshima erano in tutto 900 e adottarono la prima colonia di gatti.
Oggi i numeri sono cambiati, sono più numerosi i gatti rispetto agli abitanti dell’isola, che adesso sono solo 13 persone (dati del 2018).
Secondo gli ultimi dati la popolazione dei gatti supera di 10 volte quella degli abitanti, che sono quasi tutti pensionati, con un’età variabile dai 50 agli 80 anni.
Per contenere e tenere sotto controllo la popolazione felina, le autorità giapponesi hanno eseguito una campagna di sterilizzazione che fino ad oggi ha coinvolto solo il 10% dei gatti.
Il mantenimento della colonia di gatti è stato necessario, altrimenti l’isola avrebbe subito un rapido spopolamento di esseri umani, invece, la presenza dei gatti costituisce una forma di turismo che alimenta l’economia locale della piccola comunità di abitanti.
Fotografi e appassionati di gatti da tutto il mondo arrivano ad Aoshima per fotografare i gatti che vivono sull’isola e il mondo web pullula di foto e articoli su questa particolare isola.
Quest’isola colpisce non solo per la sua colonia felina mantenuta e curata dagli abitanti del luogo ma sopratutto perché dimostra l’amore per gli animali che possiede il popolo giapponese.
Purtroppo questo non può dirsi altrettanto nel nostro paese, perché troppo spesso abbiamo sentito notizie di gatti abbandonati, maltrattati e addirittura uccisi per puro sadismo.
Per fortuna, che il legislatore, per contenere questa triste realtà, ha emanato una legge contro il maltrattamento, abbandono e l’uccisione di animali: la Legge 189/2004.
Da notare questi due articoli qui sotto citati:
“La legge punisce con la reclusione da tre a diciotto mesi chiunque per crudeltà o senza necessità cagiona la morte di un animale”. Articolo 544-bis c.p. Uccisione di animali.
“L’articolo 544-ter c.p. (Maltrattamento di animali) punisce con la reclusione da tre mesi a un anno o con la multa da 3.000 a 15.000 euro, chiunque per crudeltà o senza necessità cagiona una lesione a un animale o lo sottopone a sevizie, o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche”.
Naturalmente, l’opinione pubblica italiana adesso è diventata molto sensibile nei riguardi degli animali, e difficilmente passa inosservato il maltrattamento di qualsiasi animale.

Curiosita’

Nel paese del Sol Levante c’è una razza felina tutta giapponese: il Bobtail giapponese, chiamato anche gatto con la coda a crisantemo.
È un gatto di medie dimensioni atletico e piuttosto snello, il suo peso raramente supera i 5 kg. Il suo mantello è setoso e privo di sottopelo e i suoi colori sono in pratica tutti quelli presenti in natura, sia per il pelo, sia per gli occhi. La caratteristica coda tronca può arrivare a una lunghezza massima di 10 cm.
Ha un carattere molto estroverso e socievole anche con gli estranei, il suo temperamento attivo lo fa diventare anche un gatto che si presta molto al gioco.
Le razze di Bobtail sono tre in tutto: oltre al gatto giapponese, ci sono il Bobtail americano e il Kurilian Bobtail.