loader image
Attenti al cane
Articolo a cura di Rosa Maria Garofalo
ATTENTI AL CANE!
Questa frase è ben visibile oggi in molti cartelli posti sui cancelli di ville cittadine o in campagna e avverte i visitatori di stare attenti al cane.
Questa espressione non è moderna ma deriva dalla locuzione latina Cave Canem, che letteralmente significa Stai attento al cane!
Gli antichi romani amavano i cani, e li usavano sia per la guardia, sia da compagnia e sia in guerra.
Infatti, durante l’Impero Romano, erano famosi i molossi da combattimento che seguivano le legioni romane.

Cave Canem

Questa locuzione è diventata famosa in tutto il mondo dopo la scoperta del bellissimo mosaico che si trova a Pompei, sito archeologico di fama mondiale.
Il mosaico con la scritta si trova all’ingresso (vestibolo) della Casa del Poeta Tragico (Regio VI, Insula 8, nº 5).
Il pavimento del vestibolo è decorato con un’immagine a mosaico di un cane addomesticato al guinzaglio e incatenato a un punto arbitrario. Sotto la figura ci sono le parole CAVE CANEM.
Queste parole, molto simili ai cartelli di oggi, avvertivano i visitatori di entrare a proprio rischio e pericolo e servivano da protezione per gli ambienti più privati ​​della casa.
I restauri della Casa del Poeta Tragico, terminati nel 2015 a cura della Sovrintendenza dei Beni Artistici e Ambientali della Campania, hanno restituito all’ammirazione del pubblico il mosaico, protetto da una lastra di vetro temprato e l’intera domus romana con i suoi affreschi.
La casa conserva la forma tradizionale di una domus ad atrio romana, è famosa sia per il mosaico con il cane, sia per i raffinati affreschi che la ornano, tra cui quello con la scena degli attori che si preparano per una recita, da cui il nome stesso dato alla casa.

Altri mosaici raffigurante cani a Pompei

Il mosaico romano nacque come una composizione artistica e figurativa ottenuta mediante frammenti di materiali diversi, dette tessere, per formare immagini o disegni decorativi.
Le tessere potevano essere di basalto, di travertino, di marmi di diverso colore, di diaspri vari, di pasta vitrea o di conchiglie. Si usava principalmente per i pavimenti, resistenti e facili da pulire, ma in seguito i mosaici furono usati pure sulle pareti, a volte di grandezza ridotta, incasellati in una pittura parietale più estesa.
Glia antichi romani hanno fatto della tecnica del mosaico un vero capolavoro della Storia dell’Arte.
Ritornando a Pompei, un altro mosaico, privo d’iscrizione, presenta un cane legato a una catena presso una porta semi aperta; questo mosaico è visibile all’ingresso della domus di Paquio Proculo.
Fa parte della decorazione a mosaico pavimentale del vestibolo.
Infine un mosaico raffigurante un cane con un guinzaglio, fu ritrovato nella Casa di Orfeo a Pompei, è stato staccato ed è conservato oggi al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
Come il resto degli edifici di Pompei, anche la casa di Orfeo fu sepolta sotto una coltre di ceneri e lapilli durante l’eruzione del Vesuvio del 79 DC; fu riportata alla luce durante gli scavi di epoca borbonica nel 1834 ed esplorata poi nuovamente nel 1874.